lunedì 13 dicembre 2010

NATALE 2010: CONSIGLI UTILI IN CUCINA

Tantissime sono le ricette che si preparano per le feste natalizie, ma a volte non si usano le accortezze indispensabili per donne in stato interessante e bambini. poiché in occasione delle feste spesso si prepara per molte persone, anche piatti che non si cucinano normalmente e a volte ci si trova a preparare cibo anche per persone che necessitano  di maggiore accortezza (donne incinte, bambini, ecc.), è necessario seguire più scrupolosamente le norme igieniche che permettono di mantenere i cibi sani.
Molte persone per il pranzo di Natale mangeranno pollo, tacchino, oca o anatra.
Punti principali da ricordare:- Essere sempre sicuro che il vostro piatto (pollo, tacchino, ecc.) sia ben cotto prima di servirlo- Tenere rigorosamente separata la carne cruda dai cibi pronti- Lavarsi sempre bene le mani, gli utensili e le superfici dopo aver manipolato le carni crude- Non riscaldarlo più di una volta
La Cottura:La superficie della carne deve essere bollente durante tutta la cottura facendo dei tagli nella parte più spessa, la carne non deve mai essere rosaSe quando la carne viene punta o pressata con la forchetta escono dei succhi, questi devono essere chiariE' molto importante organizzarsi in anticipo. Animali molto grandi possono impiegare diverse ore prima di essere completamente cottiCome indicazione generale, un tacchino sotto i 4.5 Kg, deve essere cotto per 45 minuti per chilo più 20 minuti; uno tra i 4.5 e i 6.5 kg, 40 minuti per chilo; per uno che pesa più di 6.5 Kg, 35 minuti per chilo a 180°C (a forno già caldo)
Potete provare anche il nostro calcolatore virtuale
Bisogna ricordarsi che alcuni forni, come quelli ventilati, sono in grado di cuocere il tacchino molto velocemente e, per questo, bisogna controllare il manuale di istruzione per valutare bene i tempi di cottura in base alla tipologia di forno che si ha a disposizione. La cosa principale è controllare sempre che la carne sia cotta prima di essere servita.I tempi di cottura indicati sopra e calcolabili più sotto sono basati sul tacchino non ripieno. E' meglio cucinare il ripieno prima di inserirlo; in questo modo il piatto cuocerà più facilmente e le pratiche di buona cottura potranno essere seguite in modo più accurato (dentro al tacchino il ripieno cuoce più lentamente). Bisogna ricordarsi che gli altri volatili, come l'anatra o l'oca, hanno bisogno di tempi di cottura diversi da quelli del tacchino. In un forno a gas a 200°C l'oca cuoce in 35 minuti per ogni chilo, una volta che il forno è stato preriscaldato.
L'anatra dovrebbe cuocere, invece in 45 minuti per chilo. Inoltre il forno dovrebbe essere riscaldato a una temperatura maggiore per l'anatra e per l'oca, rispetto che per il tacchino, in modo da sciogliere bene il grasso sotto la pelle. Questi tempi sono basati su volatili, non ripieni, cotti in forno preriscaldato e che sono nelle indicazioni. Assicurarsi che il pollame sia ben cotto prima di servirlo.
Dopo la cottura bisogna raffreddare, se necessario, il tacchino in non più di uno o due ore e bisogna coprirlo o metterlo in un contenitore sigillato e conservarlo in frigorifero, entro appunto uno o due ore. Assicurarsi sempre di tenere gli alimenti precotti, incluso il pollame, lontano dalla carne cruda.
Gli avanzi: E' molto importante tenere la carne e il pollame cotti in frigorifero; se è lasciata fuori a temperatura ambiente, possono crescere e moltiplicarsi i batteri patogeni. Per questo bisogna estrarre dal frigorifero solo la quantità che è immediatamente consumata e lasciare dentro il resto. Non bisogna lasciare un piatto di tacchino o di carne fredda fuori dal frigorifero tutto il giorno, come, per esempio, in un buffet; bisogna rimetterlo in frigorifero il primo possibile, idealmente entro un'ora. Se si stanno riscaldando gli avanzi di tacchino o di altri alimenti, bisogna sempre assicurarsi che siano ben caldi prima di mangiarli (vanno riscaldati al bollore) e non bisogna mai riscaldarli più di una volta.
Scongelare il tacchino: Se il tacchino è congelato, bisogna assicurarsi di scongelarlo prima di cucinarlo; se è già parzialmente scongelato, si raccomanda di tenerlo sul fuoco per un tempo sufficiente a farlo cuocere completamente. Infatti, quando s’inizia a cucinare bisogna assicurarsi che non ci siano cristalli di ghiaccio nella cavità dell'animale; si possono anche testare con una forchetta la parte spesse della carne per assicurarsi che non siano surgelate. Un tacchino si scongela in non meno di un paio di giorni (vedere, sotto, il tempo stimato). Quando s’inizia a scongelare il tacchino bisogna separarlo dalla propria confezione e metterlo in un piatto grande; questo per trattenere i liquidi che si liberano nel processo di scongelamento della carne. Rimuovere le interiora e il collo appena possibile in modo da velocizzare lo scongelamento. Le frattaglie sono carne cruda, per cui vanno cotte immediatamente o conservate in un contenitore sigillato in frigorifero prima di cucinarle. Bisogna inoltre lavarsi le mani completamente dopo aver maneggiato il tacchino crudo, le interiora o altra carne cruda. Possibilmente sarebbe meglio scongelare il tacchino in frigorifero.Versare i liquidi della carne durante lo scongelamento, in modo da evitare la diffusione dei batteri. Bisogna, però stare attenti a non far schizzare i liquidi sulle superfici, sui piatti, sui vestiti e su altri alimenti; e ricordare di lavarsi sempre le mani. Per decidere il tempo di scongelamento del tacchino, si può controllare sulla confezione; se non c'è nessuna indicazione per lo scongelamento si possono usare i seguenti tempi come guida per stabilire in quanto tempo scongelare il tacchino (ma bisogna ricordarsi di controllare che sia totalmente scongelato prima di cucinarlo):
In un frigorifero a 4° C, si può scongelare in un tempo tra 10 e 12 ore per chilo di animale; tenere presente però, che non tutti i frigoriferi hanno questa temperatura.In una stanza fredda a meno di 17,5° C, si può scongelare in un tempo tra 3 e 4 ore per chilo di animale; il tempo aumenta se la stanza è particolarmente fredda (pratica non raccomandata)
In una stanza con una temperatura di circa 20° C, si può scongelare in un tempo di circa 2 ore per chilo di animale (pratica non raccomandata)
Conservare gli alimenti a parte è molto importante tenere la carne cruda lontano dagli alimenti cotti e pronti per essere mangiati; questo perchè se il pollame o altra carne cruda toccasse questi alimenti diffonderebbe i batteri che contiene. Ricordarsi che i batteri possono diffondersi dalla carne e dal pollame anche attraverso le superfici di lavoro, i vestiti, i piatti e gli utensili.
In sintesi:- Tenere sempre il pollame crudo lontano dagli altri alimenti, in modo da bloccare la diffusione dei batteri.- Conservare il pollame nel fondo del frigoriferi in modo che non sgoccioli sugli altri alimenti.- Pulire spesso le superfici di lavoro, i taglieri, i piatti e gli utensili dopo che sono venuti a contatto con il pollame crudo. Lavarsi sempre le mani con acqua calda e sapone e asciugarle completamente, dopo aver manipolato il pollame crudo. Non usare mai lo stesso tagliere per la carne cruda e per gli alimenti già cotti senza prima averlo lavato completamente con acqua calda e sapone. (Se possibile usare un tagliere diverso per il pollame e per la carne cruda)Non lavare il tacchino o altro pollame, per non diffondere batteri sui piani di lavoro, sui piatti, e sugli altri alimenti. La cottura giusta uccide tutti i batteri, e quindi non c'è la necessità di lavare il pollame. Se lo si vuole fare, farlo con molta cura

mercoledì 17 novembre 2010

LA CIMICE DEI LETTI (Cimex lectularius)

La cimice dei letti è un insetto appartenente all’ordine degli Eterotteri (Heteroptera) e alla famiglia delle “cimidae”. Hanno la tipica forma a cuore del torace (ovale e appiattita quando è a digiuno) e due paia di ali (elitre) virtualmente assenti (fortemente ridotte a piccole squame ovali o assenti del tutto). La testa è breve, dilatata trasversalmente.




Il rostro, proprio degli Emitteri, nelle cimici è trasformato in un pungiglione piuttosto breve esteso anteriormente al capo che a riposo si ripiega in una apposita scanalatura sotto il capo e la parte antero-ventrale del torace, rendendosi quasi invisibile. Il colore è traslucido marrone ferrugineo quando è digiuna, rosso mattone cupo quando è piena di sangue.



La femmina può misurare in lunghezza 6-8 mm . (il maschio è più piccolo).
Non è un insetto solitario ma tende a vivere in comunità miste di maschi, femmine e fasi immature, mai troppo distanti dai loro ospiti.

Le femmine dopo il pasto di sangue (dura dai 3 ai 5 minuti in media ma può protrarsi anche per 10 minuti e succhiare sangue pari a 7 volte il proprio peso) si ritirano nei propri nascondigli, digeriscono il pasto e depongono le uova (da 1 a 5 al giorno, in media 2-3, protette da un guscio molto resistente). In 2-3 mesi depongono 200-300 uova.
Le uova sono di colore grigio perlaceo cremoso, lunghe poco più di 1 mm . e larghe mezzo, munite di un piccolo opercolo al polo anteriore. In 6-9 giorni (in condizioni di temperatura ottimale, più a lungo se è più freddo) dalle uova si dischiudono le ninfe (sarebbero le cimici giovani) che si accrescono mediante 5 mute per diventare adulte in circa un mese.



Morfologicamente le ninfe sono molto simili agli adulti (sono versioni in miniatura dell’adulto) di colore però chiaro. Sia gli adulti, maschi e femmine, sia le fasi ninfali, si nutrono di sangue (ematofagi). La vita di un adulto dura in media 6-12 mesi.
Necessita di una temperatura piuttosto alta per compiere il proprio ciclo vitale e perciò si insedia nelle stanze che d’inverno vengono riscaldate e nei luoghi più tiepidi della casa.

La cimice dei letti parassita preferenzialmente l’uomo (antropoparassiti) ma in sua assenza può pungere anche animali domestici (cani -specie quelli giovani-, gatti) e non disdegna neppure roditori, conigli, pipistrelli e uccelli.
Diversamente dai pidocchi che hanno bisogno di temperatura costante e perciò stanno a contatto con la pelle o sui peli o sui vestiti, la cimice non vive sull’uomo e sui suoi vestiti; il contatto con l’uomo è limitato al tempo necessario per nutrirsi di sangue..
Riesce a sopravvivere anche a basse temperature ma in tal caso sospende la propria   attività in attesa di condizioni termicamente favorevoli.
E’ molto sensibile alle alte temperature e muore dopo pochi minuti quando viene esposta al sole in una bella giornata estiva. Anche il freddo, specie se improvviso, può portare a morte l’insetto.


La puntura della cimice (con la quale inietta la propria saliva) non viene avvertita, diversamente dalla reazione cutanea seguente, costituita da papule molto pruriginose, che possono comparire anche dopo 9 giorni dalla puntura.


Si nutrono e si spostano di notte. Sono guidate dall’olfatto (non gradiscono l’odore di tutte le persone e quindi alcune sono preferite rispetto ad altre) e dalla temperatura del corpo del dormiente (temperature attorno ai 35°C ). Si arrampicano sui letti e si dirigono rapidamente (sono dei “fast runners”) dove la pelle è più sottile e meglio irrorata di sangue come i polsi, il collo, le caviglie, non disdegnando le spalle e il  viso.

Se il letto non può essere scalato ( come ad esempio se i quattro piedi del letto fossero collocati in recipienti ripieni d’acqua), le cimici potrebbero scalare le pareti della stanza, e camminando all’ingiù sul soffitto, giunte sulla verticale della vittima, si lascerebbero cadere. Il sonno della vittima è un fattore favorente la cimice: se il paziente è sveglio e tiene la luce accesa, normalmente non pungono. Tuttavia in caso di digiuno prolungato,  le cimici possono diventare più aggressive, pungendo anche in ambienti ben illuminati.
Il digiuno comunque è ben tollerato, anche per mesi.
Durante il giorno si rifugiano nei materassi, nelle giunture dei letti, nelle fessure e screpolature dei muri, in vari pertugi delle zone calde della casa, dietro il mobilio, sotto la carta da parati e gli arazzi, attorno agli stipiti delle finestre e delle porte,, dietro ai quadri ed ai posters, nei telefoni, nelle radio e negli orologi, ecc..
La camera infestata dalle cimice emana un odore disgustoso (dovuto alle secrezioni di alcune ghiandole dell’insetto che vengono veicolate all’esterno attraverso due orifizi alla basse delle anche del terzo paio di zampe); si possono anche osservare i suoi escrementi essiccati sulle  lenzuola (gruppi di piccole macchie di colore nero o marrone).
La cimice dei letti non trasmette, in condizioni naturali, malattie anche se, essendo in grado di permettere lo sviluppo di alcuni parassiti, potrebbe potenzialmente trasmettere vari agenti infettivi.

Prevenzione:

La cimice dei letti non appare spontaneamente in casa. Inavvertitamente viene trasportata da un posto all’altro dalle persone.
Ad esempio:
  • le cimici potrebbero essere veicolate tramite i bagagli depositati in un hotel e poi riportati a casa.
  • potrebbero essere introdotte in casa tramite il mobilio (vecchio).
Ovviamente man mano che il numero delle cimici  si moltiplica, aumenta anche la possibilità che esse possano essere trasportate ad altre stanze dell’hotel o dell’appartamento infestati.
Quindi
  • se alloggiamo in hotel, diamo una occhiata alle condizioni della stanza  in cui alloggiamo e non lasciamo le valige ai piedi del letto ma sull’ apposito mobilio.
  • quando compriamo dei mobili vecchi, puliamoli e trattiamoli con insetticidi prima di portarli all’interno dell’appartamento.
Visto che le cimici non sono facili da debellare, se si riscontrano delle cimici nella propria abitazione, è consigliabile rivolgersi alla propria ASL o ad un servizio di disinfestazione piuttosto che “il fai da te”. Le stanze infestate, durante il trattamento, debbono rimanere chiuse da un minimo di sette sino a dieci giorni (il tempo necessario alle uova di schiudersi: le uova infatti non vengono debellate dagli insetticidi)
Comunque, per quanto ci compete, è bene:
  • eliminare i materassi.
  • passare l’aspirapolvere sui divani, tappeti, battiscopa, testate e giunture del letto (buttando via il sacchetto al termine dell’operazione) .
  • lavare con acqua calda (a temperature superiori ai 70°C ) le coperture dei divani e gli indumenti
La terapia delle lesioni cutanee si basa sull’uso di topici cortisonici, selezionati in rapporto all’intensità delle lesioni stesse.http://www.lapuliter.it/disinfestazione__derattizzazione.html

lunedì 5 luglio 2010

Temperatura ideale in casa: come ci aiuta il climatizzatore

Ve ne sarete resi conto: IL CALDO è ORMAI ALLE PORTE e la corsa al climatizzatore è iniziata!!!

Il caldo eccessivo, oltre a rendere impossibile la benchè minima attività quotidiana, può causare problemi seri di salute come la diminuzione eccessiva della pressione e la disidratazione.

La parola d’ordine è quindi: CLIMATIZZARE.

Un impianto di climatizzazione multisplit è la soluzione ideale per rinfrescare e scaldare più locali, anche tutta l’abitazione. È costituito da più unità interne, in un numero che va da due a otto, collegate ad un’unità esterna che fa funzionare in modo separato gli elementi interni: ogni unità si attiva e si regola a piacere in modo indipendente rispetto alle altre.

Split interni e unità esterna sono collegati tra loro da sottili tubazioni per il circuito di gas refrigerante e dalle linee elettriche: queste possono venire incassate nelle pareti o essere racchiuse in apposite canaline per chi vuole evitare lavori di muratura.

L’unità esterna deve avere una potenza adeguata per supportare il funzionamento contemporaneo di tutti gli split interni; questi ultimi possono avere potenze diverse e vanno scelti in rapporto al volume da raffreddare, all’esposizione solare, al numero di finestre e ad altri fattori che un buon tecnico sa valutare con esperienza.

Per questo è buona regola affidarsi a ditte specializzate come la nostra in possesso di conoscenza specifica del prodotto che forniscono consulenze e preventivi gratuiti sul posto.

Solo questo può garantirti un prolungato e efficiente funzionamento dell’impianto, rendendo sufficiente come unica forma di manutenzione dei semplici controlli periodici.

Un occhio di riguardo alla TECNOLOGIA INVERTER: questa consente al compressore del climatizzatore di modulare la propria velocità e potenza in rapporto al funzionamento richiesto. Praticamente il climatizzatore porta l’ambiente alla temperatura desiderata e poi abbassa i 'giri' del motore al minimo mantenendo costante la temperatura e consumando il minimo indispensabile.

Per apparecchi tecnologicamente evoluti di questo genere, i cosidetti CLASSE A/A con gas ecologico R410A, si parla di consumi minimi di 150-200 Watt./h, paragonabili quindi a quelli di due-tre comuni lampadine.


In commercio si trovano apparecchi di ogni genere e prezzo: ma ATTENZIONE! I climatizzatori non sono assolutamente tutti uguali e a parità di potenza c’è il rischio di acquistarne uno che consuma 5 volte tanto rispetto ad un altro.

Un aspetto importante da non sottovalutare è il sistema di FILTRAZIONE dell’aria: i filtri infatti hanno il compito di trattenere le impurità contenute nell’aria neutralizzandole, eliminando allo stesso tempo i cattivi odori ed i batteri responsabili del cosidetto 'inquinamento casalingo' sempre più spesso responsabile di allergie e disturbi respiratori.

In questo modo l’aria risulta più respirabile e 'frizzante', simile a quella di montagna.

Assolutamente in primo piano la DEUMIDIFICAZIONE: se il livello di umidità è basso, l’organismo ha una più corretta sudorazione e non si avrà quella sensazione di caldo appiccicoso e di disidratazione anche della pelle.

Grazie all'esperienza acquisita con il passare degli anni oltre ad impianti 'domestici' siamo in grado di progettare ed eseguire impianti per uso commerciale, per il trattamento aria, costruzioni di canali per la climatizzazione, e tutto quanto necessario a raggiungere il cosiddetto 'benessere ambientale'.

Fondamentale è per noi curare allo stesso modo il post-vendita con manutenzioni mirate e solerti che soddisfano da sempre la nostra clientela.

Parlate con un installatore qualificato come noi per aumentare il vostro benessere e il valore della vostra abitazione.

martedì 22 giugno 2010

COSA SONO LE ZECCHE "UTILE DA SAPERE "

COSA SONO LE ZECCHE

Ematofagi
Le zecche sono parassiti che utilizzano un piatto unico: il sangue.


Parassiti di mammiferi-uccelli

In natura esistono centinaia di tipi di zecche che si nutrono di sangue di mammiferi e di uccelli. Fra i mammiferi che vengono colpiti dall’infestazione da zecche ricordiamo i bovini, gli equini, gli ovi-caprini, i suini, gli animali selvatici, i cani e i gatti.


Parassita dell'uomo (zecca del cane)

La zecca che talvolta colpisce l’uomo, creando seri problemi, è quella che comunemente attacca il cane (ospite d’elezione) e che in termini scientifici  viene chiamata “Rhipicephalus Sanguineus”.
 
 

DOVE SI TROVANO LE ZECCHE

Autunno-Inverno
Nelle stagioni fredde le zecche vivono in una forma di letargo tenendosi protette dalle avversità climatiche sotto la vegetazione o sotto le pietre. Esse si possono interrare fino ad una profondità di 10 cm.

Zone rurali

In campagna le zecche rimangono nascoste nei cespugli e nei fili d’erba fresca o secca, in attesa del passaggio dell’ospite su cui aggrapparsi.

Aree urbane

Le zecche tendono a colonizzare anche nei centri abitati dove in inverno rimangono protette dalle avversità atmosferiche nelle crepe e nelle fessure dei muri e delle strade. Nelle stagioni favorevoli per il loro sviluppo, si muovono lungo i muri, i marciapiedi e le strade, alla ricerca dei cani, dei gatti e, eventualmente, dell’uomo.

Peli animali-cute

E’ sufficiente che l’ospite sfiori la zecca che questa, grazie a speciali ventose, si porta sui suoi peli, sulla cute o, nel caso dell’uomo, sugli abiti. Da questo momento il parassita inizia la ricerca del sito di cute dove poter infiggere la testa (rostro).
 
 

QUANDO SI SVILUPPANO LE ZECCHE

Primavera-Estate
Con l’inizio della bella stagione le zecche abbandonano lo stato di letargo e vanno alla ricerca di un pasto di sangue, attratte dalla anidride carbonica, dal calore corporeo e dalle vibrazioni provocate dal movimento degli ospiti. Per la germinazione delle uova la temperatura ambientale ottimale si aggira intorno a 15 – 20 °C.


CICLO EVOLUTIVO DELLE ZECCHE

Zecca femmina
Dopo l’accoppiamento ed un completo pasto di sangue, la femmina produce tantissime uova che vengono emesse avvolte da una sostanza particolare che le tiene unite ed allo stesso tempo le protegge dalla avversità ambientali, in particolare dalla disidratazione.


Attesa dell'ospite

Le larve delle zecche sentono da subito la necessità di effettuare il pasto di sangue. Si portano preferenzialmente sugli steli dell’erba in attesa del passaggio dell’animale, o si spostano attratte dagli stimoli fisici e chimici prodotti dagli ospiti.

Organo di Haller

Nel primo paio di zampe della zecca di trova l’organo di Haller, altamente sensitivo e capace di percepire gli stimoli fisici e meccanici (calore emesso dal corpo dell’ospite e qualsiasi vibrazioni provocate dal movimento dell’animale). L’organo di Haller è in grado di rilevare anche gli stimoli chimici come l’anidride carbonica.

 

PERICOLOSITA’ DELLE ZECCHE

Azione traumatica
La zecca, per poter prelevare il sangue, deve infiggere la propria testa (rostro) nel sottocute dell’ospite. Con la prima coppia di arti foggiata a mo’ di forbice, il parassita incide la pelle senza provocare dolore nell’animale perché  nella saliva è presente una sostanza a forte azione anestetica. Il rostro viene fissato saldamente ai lembi della ferita, grazie ad una sostanza cementante, sempre presente nella saliva della zecca.


Azione anemizzante

Una volta che si è ben ancorata nella cute dell’ospite, il parassita inizia il pasto. Il prelievo di sangue viene facilitato da una sostanza ad azione emorragica secreta dall’acaro con la saliva. La zecca, a differenza della zanzara, non spreca energia per aspirare il sangue: sfrutta l’onda elastica derivante dall’attività cardiocircolatoria dell’animale ospite.
La zecca trattiene la parte corpuscolata del sangue e rigurgita la parte liquida. Questo significa che una zecca, prelevando la parte secca del sangue, acquisisce una grande quantità di materiale ematico pari a 3 – 4 volte il proprio peso a digiuno. Nel caso in cui l’animale ospite viene interessato da un certo numero di zecche, va pericolosamente incontro ad uno stato di anemia.


Azione allergizzante

Alcuni ospiti, compreso l’uomo, possono reagire in forma esuberante di fronte al contatto con la saliva della zecca ed andare incontro ad uno stato allergico, con esito talvolta letale quando si perviene allo shock anafilattico.

Azione neurotossica

La zecca, sempre tramite la saliva, può inoculare delle sostanze lesive del sistema nervoso dell’ospite, provocando così dei fatti di paresi e paralisi. L’azione neurotossica è facilitata dal fatto che la zecca preferisce localizzarsi nei siti anatomici che, oltre a essere riccamente vascolarizzati, sono allo stesso tempo abbondantemente innervati per cui la lesione nervosa assume una rapida diffusione ascendente.


 Azione vettoriale di malattiele di malattie

Nel caso in cui l’animale ospite sia un portatore di patologie, le zecche, con il prelievo di sangue, assumono gli agenti di tali malattie, i quali vengono inoculati ad un altro animale dalla stessa zecca, oppure, tramite l’ovaio,    passano  alle nuove generazioni di zecche. In Sardegna, una delle più frequenti malattie che la zecca del cane trasmette all’uomo è la Rickettsiosi, malattia che può portare a morte una persona se la terapia specifica non viene fatta ,oppure, se viene praticata tardivamente.
 
 

PREVENZIONE E LOTTA ANTIPARASSITARIA 


Zone incolte - Aree agricole
 
Ogni anno i Sindaci emettono le ordinanze che impongono ai proprietari di terreni prospicienti le strade pubbliche di effettuare la pulizia dalle sterpaglie. Tutto ciò si rende necessario, oltre che per prevenire gli incendi, anche per creare alle zecche un habitat sfavorevole e allo stesso tempo per facilitare un’eventuale  disinfestazione.

Centri urbani

Gli enti preposti alla prevenzione delle infestazioni da zecche, ogni anno devono mettere in campo tutte quelle azioni atte a mantenere in ordine e pulite le aree pubbliche destinate ai giuochi dei bambini (parco giuochi, giardini ed aiuole). L’habitat ideale per lo sviluppo dei parassiti nei centri abitati si crea, in particolare, nelle aree urbane degradate o fatte oggetto di discariche, le quali costituiscono un punto di attrazione degli animali randagi, con conseguente diffusione delle zecche.

Aziende zootecniche

Negli allevamenti zootecnici è facile trovare dei cani tenuti permanentemente alla catena. L’area su cui l’animale può muoversi costituisce un vivaio di zecche nei vari stadi evolutivi (forme adulte, larve e uova). Questo deve essere il sito obbligato dell’intervento di disinfestazione.

Cani da guardia, da caccia, d’affezione

Tutte le aree destinate ai cani urbani (giardini e canili) costituiscono un potenziale sito di moltiplicazione e diffusione delle zecche se non ci si attiva a tenere l’ambiente pulito e se, periodicamente, non si fanno le disinfestazioni.

Prevenzione e controllo randagismo

Esistono delle leggi nazionali e regionali che prevedono la costruzione di canili ed il servizio di accalappiacani. Ciononostante la situazione del randagismo è affidata quasi completamente alle iniziative del volontariato, per cui l’animale randagio costituisce ancora una mina vagante per varie malattie infettive, comprese quelle trasmesse tramite la puntura delle zecche.
 
 

CURARSI DEL PROPRIO CANE

 Antiparassitari sul cane
Con l’inizio della primavera, quando le condizioni climatiche si stabilizzano su valori favorevoli al risveglio delle zecche e alla germinazione delle uova è  bene applicare al cane il collare antizecche il quale, al contatto del caldo umido della regione del collo dell’animale, libera una sostanza antiparassitaria.
In commercio esistono degli antiparassitari che possono essere usati per applicazione spray oppure mediante una soluzione che viene distribuita lungo la schiena dell’animale. Tutti questi prodotti tendono a sciogliersi nel grasso dei peli e della pelle, e si estendono a tutto il corpo dell’animale.

 Disinfestazione cuccia, canile, ambienti frequentati dai cani

Le zecche tendono a riprodursi attivamente nelle aree dove sono presenti i cani in quanto hanno così l’opportunità di avere una alimentazione ottimale. Questi ambienti sono pertanto dei punti fondamentali dove concentrare l’azione di disinfestazione. Oltre all’uso di prodotti chimici è consigliabile l’impiego della fiamma a pressione per meglio agire sui parassiti e sulle uova annidatisi nelle crepe.

Rientro passeggiate - Rientro attività venatorie

Al rientro dalla passeggiata con il cane, oppure, al rientro dall’attività venatoria, è sempre prudente controllare se qualche zecca si è inserita sui peli o sulla cute del nostro amico fedele. Se l’animale ha il pelo folto, basta massaggiare su tutto il corpo e, con la sensibilità dei polpastrelli, si può rilevare la presenza di una formazione solida che potrebbe essere il corpo di una zecca. E’ sufficiente trovare l’acaro una volta e poi si diventa “maestri”.


COME SI ASPORTANO LE ZECCHE
 Guanti - pinzette
Avere a che fare con le zecche costituisce sempre un fatto a rischio, per cui è prudente usare guanti e pinzette quando si tratta di manipolare il corpo del parassita specialmente nelle fasi di asportazione dalla cute.

 Batuffolo cotone

La zecca può essere allontanata dal corpo dell’animale ospite con un prodotto acaricida oppure cospargendo il parassita con etere, olio, benzina o gasolio. L’acaro, nella fase preagonica o nella fase di asfissia provocata dall’otturazione dei pori respiratori, retrae il rostro e può essere facilmente staccato.

Distruzione parassiti

Quando dalla cute si stacca una zecca sazia di sangue si è soliti schiacciarla con la scarpa o con qualche altro oggetto. Questa operazione comporta una dispersione nell’ambiente del sangue e degli eventuali agenti infettivi con tutti i rischi di contagio. Una volta che le zecche sono state asportate dalla cute dell’ospite, queste vanno distrutte con la fiamma.

 Disinfezione punto  infissione zecca

Il punto in cui era infissa la zecca rimane comunque una ferita aperta, già infetta da germi portati dalla zecca o facilmente infettabile successivamente. E’ sempre bene effettuare una buona disinfezione.

 Consultare il medico

Quando una persona viene punta da una zecca deve in ogni caso consultare il medico di famiglia perché esiste sempre il rischio che il parassita possa aver trasmesso delle malattie. Se a distanza di una settimana dalla puntura da parte del parassita compaiono mal di testa, dolori articolari e febbre, bisogna senza indugio procedere all’esame di laboratorio ed alla terapia specifica.
Premessa
Nelle stagioni primaverile-estive le zecche sono puntualmente presenti nelle nostre campagne, specie in prossimità delle aziende zootecniche. E’ peraltro in costante crescita il riscontro del parassita nei centri abitati, in considerazione del fatto che la popolazione canina è sempre in aumento, in particolare quella dei cani randagi.
La zecca piu pericolosa, dal punto di vista della trasmissione all’uomo delle connesse patologie, è quella che predilige il cane quale ospite d’elezione.
Nel territorio del centro della Sardegna si sono verificati in questi ultimi anni diversi casi di persone ricoverate in ospedale perchè colpite da rickettsiosi o forme allergiche conseguenti a puntura da zecca. La stampa locale ha altresì riportato alcuni casi di persone decedute, sempre per fatti legati a morso da zecca.
 

giovedì 3 giugno 2010

Igiene e pulizia: gli italiani bocciano i locali pubblici

Se salute e benessere sono ormai un binomio imprescindibile, la percezione della pulizia e dell’igiene degli italiani rispetto agli ambienti chiusi,  ad eccezione della propria casa, è appena sufficiente.
La questione diventa poi ancora più cruciale quando si parla di ospedali e case di cura, dove su 36.2 milioni di italiani che hanno frequentato ospedali e cliniche negli ultimi tre anni per varimotivi, ben il 52% esprime giudizi negativi.

Sono questi i risultati dell’indagine FIMAP, azienda veneta leader a livello internazionale nella produzione di macchine professionali per la pulizia di pavimenti, commissionata ad Astra Ricerche, che danno il via all’Osservatorio Permanente dell’igiene in Italia.
Un monitor periodico, che analizzerà l’importanza dell’igiene e della pulizia nei vissuti della popolazione, che l’azienda veneta intende promuovere con l’obiettivo di diffondere una cultura dell’igiene e del pulito e contribuire così al benessere e alla salute dell’opinione pubblica.

Il primo risultato tangibile dell’Osservatorio è stato quello di offrire un quadro esaustivo della percezione degli italiani sull’igiene e la puliziadegli ambienti che appartengono alla loro quotidianità e di quantificarlo in un indice, il Termometro Fimap, che va letto come un voto scolastico da 1/minimo a 10/massimo.

Ebbene, all’inizio del 2008 il Termometro Fimap segna un valore uguale a 6.3, pari ad una percezione collettiva della pulizia e dell’igiene appena sufficiente.
Il giudizio è buono per quel che concerne gli uffici privati (voto 7.5), gli alberghi, il proprioluogo di lavoro, i negozi (voto 7.4); su livelli discreti si attestano bar e ristoranti (voto medio 6.8), gli ospedali e gli ambulatori (voto 6.6); le scuole e i luoghi del divertimento (voto 6.5), gli uffici pubblici(voto 6.2).

Diversa e peggiore è la valutazione di fabbriche e magazzini, che arriva ad evidenziare una vera e propria indignazione soprattutto per i mezzi di trasporto pubblici, delle stazioni e dei gabinetti pubblici dove si scende a una media compresa tra il 5 e il 3.9.

La situazione diventa cruciale per gli ambienti legati al mondo della sanità e della salute pubblica: il 97%degli italiani ritiene che i nosocomi pubblici e privati dovrebbero curare al massimo l’igiene anche per non diffondere malattie. Dall’indagine emerge una chiara diseguaglianza tra le macroaree del Paese che spacca l’Italia in due: al Nord – tracciando una linea immaginaria tra Grosseto e Ascoli Piceno in su – le cose sembrano funzionare abbastanza bene, con un indice di insoddisfazione che non supera il 30%; nel Lazio e al Sud la situazione viene descritta come cattiva (nella regione della Capitale con un 40% diinsoddisfatti) o pessima al Sud, con il 42% di insoddisfatti o meglio infuriati.

martedì 4 maggio 2010

Cos'è l'HACCP?

HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Point) sta per "Analisi dei Rischi e Controllo dei Punti Critici, è un sistema di auto-controllo sui prodotti alimentari introdotto in Italia dal D.Lgs. 155/97. Lo scopo di tale sistema è garantire l'assolutà igienicità degli alimenti in tutte le fasi della lavorazione, conservazione, ecc. sino alla vendita agli utenti finali. Il D.Lgs 155/97 è entraro in vigore dal dicembre del 2000, e dal 1° gennaio 2006 sono entrati in vigore nuovi regolamenti da parte del Parlamento Europeo. Tali regolamenti prevedono espressamente nuovi e più efficaci controlli sull'igiene e la salubrità dei prodotti, nonché sull'applicazione di sistemi di auto-controllo aziendali.
Chi deve mettersi in regola con questa normativa?

Tutte le aziende che trattano o conservano alimenti. Il D.Lgs 155/97 definisce infatti come "industria alimentare": «ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che esercita una o più delle seguenti attività: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, di prodotti alimentari». Sono escluse solo le operazioni relative alla produzione primaria quali: raccolta dei prodotti, macellazione, mungitura.
Quali documenti devono essere realizzati e conservati?

Il Documento principale che deve essere realizzato è il Piano di Autocontrollo Aziendale. Tale Piano deve essere realizzato dopo un'attenta analisi delle lavorazioni effettuate su prodotti alimentari dell'azienda, deve prevedere i Punti Critici (punti di rischio) nelle diverse fasi di lavorazione e i Controlli operativi. Tale Piano, così strutturato deve essere applicato rigidamente e, se necessario aggiornato periodicamente.
Come si individua il Responsabile dell'Azienda?

Il Responsabile dell'Azienda è, in prima istanza, il Titolare della stessa ma può essere nominato un Responsabile cui è possibile delegare compiti e doveri derivanti dalla normativa.
Quali sono le sanzioni principali previste dalla normativa?

Sono previste sanzioni amministrative fino a 9200 € (18 milioni di lire). In caso di mancato rispetto della sanzione e delle prescrizioni dell'autorità sanitaria, sono previste sanzioni maggiori che prevedono anche la reclusione.

martedì 13 aprile 2010

Pulci disinfestazione e controllo


Le pulci appartengono all’ordine dei sifonatteri, questo termine indica che si tratta di insetti dotati, allo stadio adulto, di apparato boccale pungente-succhiante (sifon) e privi di ali (atteri).

Pertanto insetti ematofagi privi di ali i cui adulti necessitano del sangue dell’ospite per attuare la riproduzione. Gli ospiti sono individuati tra gli animali a sangue caldo.


Le
pulci con cui l’uomo viene più diffusamente in contatto sono la pulce del gatto (Ctenocephalides felis) e la pulce del cane (Ctenocephalides canis). Meno frequenti la pulce dell’uomo (Pulex irritans) e la pulce del pollame (Echidenofaga gallinacea).

e pulci rivestono importanza medica e veterinaria per due motivi:

  • irritazione cutanea a seguito della puntura;
  • possibilità di fungere da vettore di importanti malattie.

Oltre alla trasmissione di agenti patogeni le pulci possono causare con le loro punture una dermatite allergica. E’ un malattia immunologica dovuta alla reazione nei confronti degli antigeni presenti nella saliva iniettata dalla pulce.



Lo sviluppo delle pulci :

Lo sviluppo delle pulci è uno sviluppo completo con metamorfosi.

Uova : ovali di colore bianco perlaceo (0,5 mm di lunghezza). La femmina depone le uova sull’ospite; queste, non essendo adesive, rapidamente cadono a terra. I luoghi di maggiore concentrazione delle uova sono rappresentati da quelli ove l’animale trascorre la maggior parte del suo tempo (ad es. la cuccia).

La schiusa avviene tra 1 e 6 giorni in funzione della temperatura e dell’umidità, le condizioni ottimali sono 70% U.R. e 35°C, in queste condizioni le uova schiudono al 50% in 36 ore.

Larve : le larve delle pulci sono biancastre, di aspetto vermiforme ed ogni segmento del corpo ha un cerchio di fini peli. Alla dimensione massima la larva misura circa 5 mm. Queste vivono libere alimentandosi a scapito di frammenti di sostanza organica e sulle feci delle pulci adulte presenti nel loro ambiente. Hanno un comportamento di fototassi negativa (si allontanano dalla luce) e cercano di andare verso il basso. Ad esempio cercano di entrare nel folto dei tappeti o di rifugiarsi sotto frammenti organici.

La vita larvale si sviluppa in un periodo compreso tra 5 ed 11 giorni (al massimo 21) in funzione della disponibilità di cibo e delle condizioni ambientali.


Le larve delle pulci sono estremamente sensibili alla disidratazione; pertanto non sopravvivono in aree esposte al sole. Vivono bene in zone ove il movimento dell’aria è minimo (ad es. nella parte più fitta della trama di un tappeto).

Pupa : la larva matura secerne della seta con cui crea un involucro in cui si trasforma in pupa. Al bozzolo aderiscono piccoli frammenti organici ed assume l’aspetto di piccolo pezzo di garza o di un piccolo pezzo di tessuto.

Il pupario è ovoidale con una lunghezza di circa 5 mm. L’adulto emerge circa 5 giorni dopo la formazione ma in presenza di condizioni ambientali sfavorevoli o in assenza dell’ospite può ritardare la fuoriuscita sino ad alcuni mesi. Gli stimoli che portano alla fuoriuscita dell’adulto dal pupario sono: vibrazioni, anidride carbonica e calore. L’adulto all’interno del pupario è più resistente al disseccamento delle uova e delle larve.

Adulto : identifica il potenziale ospite in movimento e vi salta sopra grazie alla spinta permessa dalle zampe posteriori. Il ciclo completo si sviluppa in un periodo di tempo di circa 3-5 settimane. L’adulto, senza la possibilità di alimentarsi muore in circa 12 giorni.

In presenza di ospiti le femmine possono vivere per più di tre mesi e produrre sino ad un massimo di 24 uova al giorno. La modalità con cui le pulci compiono il proprio ciclo biologico spiegano perché in una casa lasciata vuota per due settimane, i proprietari possono trovare un’infestazione da pulci poco tempo dopo essere rientrati in casa senza aver percepito, alla partenza, la presenza delle pulci.

giovedì 8 aprile 2010

NORMATIVA RISTORANTI


1) Attività di ristorazione
Per svolgere attività di ristorazione è necessario iscriversi alla Camera di Commercio della Provincia di residenza e richiedere l’autorizzazione per somministrare alimenti e bevande (comprese quelle alcoliche) e quella sanitaria, che vengono rilasciate dal sindaco del comune competente a seguito di sopraluogo del servizio d’igiene per verificare i requisiti dei locali e dell’attrezzatura.
Il locale deve rispettare le disposizioni in materia di sicurezza e prevenzione incendi.
L’inizio dell’attività va denunciata al Registro delle Imprese e all’INPS.
Il gestore deve possedere i requisiti morali e professionali richiesti dalle normative come ad esempio: avere frequentato con esito positivo un corso professionale per la somministrazione di alimenti e bevande riconosciuto dalla regione di competenza e aver già acquisito esperienza nel settore.L’autorizzazione al pubblico esercizio abilita anche all’uso di apparecchi audio-televisivi per intrattenere la clientela.
L’esercente è tenuto a rendere noto al pubblico gli orari di apertura e chiusura, nel rispetto di una fascia oraria giornaliera stabilita dal comune di competenza.
2) Il ristorante
Il ristorante è generalmente composto dai seguenti locali:
cucina
sguatteria
dispensa e deposito
sala/e da pranzo
servizio igienico per il personale e spogliatoio
servizi igienici per il pubblico
I requisiti fondamentali dei locali sono i seguenti:
CUCINA
Locale destinato alla preparazione dei pasti, che deve avere una superficie minima di almeno 20 mq. Le merci destinate alla dispensa e le stoviglie sporche destinate al locale di lavaggio non possono transitare in essa perché possono arrecare sporcizia. La struttura della cucina deve rispettare determinati requisiti edilizi in modo tale da permettere una perfetta igiene, ad esempio sono da evitare zone strette e intercapedini difficilmente raggiungibili durante le operazioni di pulizia e le pareti e il pavimento devono essere in materiale resistente, liscio e lavabile così come ogni piano di lavoro a contatto con gli alimenti che deve essere possibilmente in acciaio inox. E’ necessario un contenitore idoneo per la raccolta rifiuti con coperchio ad apertura tramite pedale. Deve esserci inoltre adeguata aerazione e illuminazione naturale e artificiale. Fondamentale è la presenza di un impianto di aspirazione delle esalazioni, con cappe dotate di filtri su ogni fuoco di cottura e sbocco sul tetto. Nelle strutture che prevedono la produzione di pizze, la zona di preparazione e cottura può essere anche visibile nella sala da pranzo, purchè ben delimitata.
All’interno della cucina i settori di lavorazione e i rispettivi attrezzi devono essere ben distinti, come l’area di lavaggio stoviglie, l’area pulitura verdure, l’area pulitura carne, la zona di preparazione degli alimenti, la zona destinata alla guarnizione finale dei piatti, il settore di conservazione di frutta e dessert, gli scomparti in cui vengono posizionate posate, tovaglie e tovaglioli, le zone cottura.
SGUATTERIA
Vano destinato al lavaggio delle stoviglie e degli utensili, presente nel caso la cucina sia priva di una zona riservata a tale scopo. La superficie deve essere di almeno 5 mq. In questo locale non è ammesso alcun tipo di lavorazione degli alimenti.
DISPENSA – DEPOSITO
La dispensa (locale destinato alla conservazione di alimenti immediatamente indispensabili) deve essere ubicata in vano autonomo, aerato e comunicante direttamente con la cucina, a differenza del deposito (destinato a contenere le scorte alimentari) che può anche non essere adiacente ad essa purchè per accedervi non sia necessario un percorso esterno alla struttura. Questi locali non sono accessibili al pubblico e in essi non è ammesso alcun tipo di lavorazione di alimenti, in quanto destinati unicamente alla conservazione tramite celle frigorifere dotate di termometro esterno. Le pareti e il pavimento devono essere in materiale resistente, liscio e lavabile
SALA/E DA PRANZO
Cosi come gli altri locali anche le sale devono avere pareti pulibili e pavimenti in materiale liscio e lavabile. Possono essere presenti banchi espositori per la conservazione e la presentazione di alcuni alimenti, purchè dotati di protezione per evitare l’inquinamento accidentale dei cibi. Solitamente le sale sono collocate sullo stesso piano della cucina o, in caso contrario, il servizio è agevolato tramite un montacarichi o montavivande in materiale lavabile. Nella stagione estiva alcuni ristoranti possono anche disporre di spazi esterni provvisti di copertura provvisoria, destinati all’ospitalità dei clienti nel rispetto delle norme igienico-edilizie.
SERVIZI IGIENICI PER IL PERSONALE
Deve esserci un servizio igienico almeno ogni 10 addetti, situato allo stesso piano e attiguo alla cucina ma non direttamente comunicante; deve essere piastrellato con materiale liscio e lavabile ed essere dotato anche di lavello con comando di erogazione non manuale. L’aerazione deve essere naturale o artificiale tramite un’elettroventola.
SPOGLIATOI
Vano autonomo contenente esclusivamente gli armadietti individuali destinati al deposito degli indumenti e degli oggetti del personale
SERVIZI IGIENICI PUBBLICI
Collocati in modo tale da non interferire con i percorsi utilizzati dal personale per accedere alla cucina e alla dispensa. Ci devono essere almeno due unità igieniche singole, divise per sesso, di cui una accessibile ai disabili, interamente rivestite di materiale lavabile e impermeabile. L’aerazione deve essere naturale o artificiale tramite un’elettroventola.
3) Menù e Carta dei vini
MENU’
Il Menù è l’elenco dettagliato delle pietanze e delle bevande che il ristorante propone. Viene sottoposto al cliente non appena si siede al tavolo ed è quindi l’elemento che più rappresenta la qualità e il tipo di cucina del locale. Deve essere pertanto chiaro, ben stampato e con specificati eventuali menù del giorno, turistici, a tema o a degustazione.
Le principali componenti del menù sono, in ordine:
Antipasti: spesso sono specialità regionali. In alcuni ristoranti sono previste degustazioni dove sono presenti più antipasti. Possono essere suddivisi tra freddi e caldi
Primi piatti: minestre, paste asciutte e risotti suddivisi a seconda che siano a base di carne o di pesce. Come per gli antipasti si possono richiedere degustazioni di due o tre primi
Secondi piatti: suddivisi a seconda che siano di carne o di pesce
Contorni: insalate e legumi, spesso ingredienti tipici del territorio. Nei ristoranti più prestigiosi possono non essere indicati, in quanto già compresi come accompagnamento dei secondi piatti
Formaggi: non sempre questa sezione è presente nei menù, in quanto viene presentato l’intero assortimento su di un carrello apposito
Dolci e frutta : freddi e caldi, gelati e macedonie
Bevande: esclusi i vini, presenti nell’apposita Carta
I piatti del giorno, consigliati dallo chef, vengono indicati su un foglio a parte.
Solitamente la lista varia a seconda della stagione e delle festività, in base alla disponibilità di prodotti freschi e ingredienti tipici locali che valorizzano la cucina tradizionale. Addirittura alcuni ristoranti tra i più esclusivi variano il menù giornalmente a seconda della disponibilità del mercato.
E’ buona norma indicare se è previsto un’eventuale costo aggiuntivo per il coperto.
PREZZI
Secondo il tulps (testo unico di pubblica sicurezza) risalente addirittura al 1935 e ancora in vigore, è obbligatorio esporre i prezzi o avere un menù con relativo prezzario. In caso di mancanza bisogna fare denuncia alla polizia di stato.
PANE E COPERTO
A Roma, dal gennaio 2007 è sparito dai menù dei ristoranti la voce, spesso ingannevole, relativa al costo del pane e del coperto.
Lo ha stabilito la legge regionale sui pubblici esercizi, concordata con i commercianti ed i consumatori, che ha eliminato così un aspetto antipatico dei nostri menu, spesso incomprensibile ai turisti stranieri. Così facendo, inoltre, Roma si è messa alla pari delle altri capitali europee dove il pane ed il coperto non vengono fatti pagare ai clienti nei ristoranti.
N.B. Magari non si chiama più “pane e coperto”. E a differenza di una volta non viene più nemmeno segnalato nei menù esposti fuori dai ristoranti. Eppure ancora oggi, nonostante una recente legge regionale ne abbia vietato l’utilizzo, la storica formula del made in Italy culinario, continua a ricadere sulle tasche dei clienti. Spesso camuffata da voci diverse applicate sul conto. O rimpiazzata dal ricarico sulle altre pietanze.
In barba al provvedimento regionale che il 10 dicembre 2006 ha ufficialmente eliminato il “pane e coperto” dalle tavole, infatti, molti ristoratori della capitale hanno deciso di applicare comunque un surplus aggiuntivo all’ordinazione base.
Basta sedersi in una qualsiasi trattoria intorno a Fontana di Trevi, ordinare una pizza a Trastevere o mangiare un piatto di spaghetti a San Pietro, per capire quali escamotage (più o meno furbetti) vengono applicati a tavola al momento del conto. Vi siete mai chiesti ad esempio cosa sono tutte quelle spese aggiuntive, tipo “varie” o “menù fisso” citate nella fattura quando chiedete il conto? Niente di diverso dal tradizionale “pane e coperto”, camuffato da voci più o meno originali.
«Chi non rispetta la legge - ammonisce De Angelis - può incorrere in sanzioni amministrative fino a mille euro e in caso di recidiva, rischia la chiusura del locale per alcuni giorni. Il problema è che manca informazione soprattutto tra i clienti.
OLIO EXTRAVERGINE
Ai pubblici esercizi è fatto divieto di somministrare direttamente al consumatore, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, olio extravergine d’oliva in ampolle o altri contenitori non etichettati conformemente alla normativa vigente (articolo 4 della legge II marzo 2001, n. 81 entrata in vigore con il decreto legge 10 gennaio 2006, n. 2).
Al bando dunque le anonime boccettine d’olio sulle tavole dei ristoranti. L’uso delle ampolline sviliva il prodotto, degradato dalla luce, dall’ossigeno e, in molti casi, dai continui rabbocchi.
In caso di violazione delle disposizioni, si applica a carico degli esercenti una multa da 1000 a 3000 euro.
ACQUA
I clienti che ordinano da bere acqua, hanno diritto a ricevere le bottiglie nella confezione originale, sigillata. Le bottiglie infatti devono essere aperte al tavolo.
Ecco poi un vademecum per rispondere a chi vi assicura di non poterla "imbroccare":
1) Ogni esercizio commerciale in cui si somministrano alimenti deve disporre di acqua potabile (altrimenti non potrebbe lavorare). Ciò è anche attestato dalla Autorizzazione igienico sanitaria (il riferimento normativo è la legge numero 283 del 1962 e il regolamento comunitario numero 852/2004) senza la quale non si può aprire un bar o un ristorante
2) Non esiste alcun obbligo di legge a vendere acqua minerale in bottiglia. La confusione era nata nel 2005 a seguito del decreto del ministro Marzano che aveva introdotto le monodosi. La confusione fu chiarita subito con una circolare dello stesso ministro in cui si diceva che nulla cambiava riguardo alla somministrazione di acqua sfusa
3) Nessun esercizio può rifiutare l’acqua del rubinetto; si può eventualmente discutere se tale servizio deve essere pagato oppure no (potrebbe comunque essere incluso nel “coperto”, com'è sempre stato)
CARTA DEI VINI
La carta dei vini, curata dal Sommelier, solitamente si trova nei ristoranti di livello più elevato e serve ad illustrare i prezzi e le caratteristiche dei vini disponibili. Può essere scritta a mano o stampata e deve avere una grafica molto curata; viene stilata in diverse tipologie in base ai vini scelti: può essere locale (per piccoli ristoranti situati in zone dove si produce vino), regionale (per locali che si trovano in regioni che possiedono una grande produzione), nazionale (elenca vini appartenenti a più regioni) o internazionale (per ristoranti ad alto livello, che propongono sia vini italiani che esteri).
La carta è proporzionata al livello del ristorante: i vini proposti potranno quindi essere economici, medi, costosi o extra-lusso.
I vini devono essere suddivisi per tipologia, a partire da quelli per l’aperitivo fino a quelli adatti per il dessert, in ordine crescente in base al prezzo. Sarebbe buona norma indicare non solo il nome ma anche il produttore, il vigneto, l’annata e l’eventuale D.O.C o D.O.C.G.
Cameriere: responsabile del servizio di un settore della sala a lui assegnato. Il suo compito è quello di allestire i tavoli, accogliere il cliente, esporre il menù, prendere le ordinazioni dei piatti, servire a tavola e presentare il conto, avendo cura di soddisfare ogni richiesta della clientela.
Sommelier è colui che si occupa dell’acquisto e della conservazione dei vini. Requisito fondamentalè è quindi una buona cultura enologica
Gli strumenti da lui utilizzati sono:
Il tastevin: piccola tazza utilizzata per l’assaggio dei vini. Oggi in disuso e sostituito dal bicchiere da degustazione
il cavatappi
il cestello portabottiglie: utile per trasportare le bottiglie dalla cantina alla sala
le caraffe da decantazione: permette un’adeguata ossigenazione del vino prima del consumo
la pinza: utilizzato per stappare le bottiglie di spumante
il tappo stopper: utile per mantenere l’effervescenza dei vini dopo la stappatura
il termometro a lettura rapida
i secchielli: per conservare la temperatura delle bottiglie
il carrello dei vini: utilizzato per presentare e far assaggiare ai clienti i vini più adeguati al menù scelto
serie di bicchieri diversi a seconda della tipologia di vino servito
Il sommelier, dopo aver aperto la bottiglia davanti al cliente che ha ordinato, deve prima offrirgli un piccolo assaggio per fargli valutare la qualità e poi servire tutti gli altri commensali.
4) Legge antifumo
Il 10 gennaio 2005 è entrata in vigore la legge che vieta il fumo in tutti i locali pubblici compresi, quindi, anche i ristoranti.
I titolari, che hanno il compito di far rispettare questo divieto, per venire incontro alle esigenze della clientela, sono liberi di adibire un'area (inferiore alla metà dell'intera struttura) del proprio locale per i fumatori. Quest' area dovrà essere segnalata da cartelli ben visibili, separata da pareti dal resto della sala e provvista di impianti di ventilazione che devono essere controllati annualmente; nel caso non vi sia la possibilità di effettuare questa divisione, il divieto dovrà essere assoluto con l'esposizione del relativo cartello "Vietato fumare". Sono previste sanzioni che partono da 27,50 ai 2.200 euro e che riguardano, non solo chi viene sorpreso a fumare dove è esposto il divieto, ma anche per i titolari che non denunciano il trasgressore. Le multe raddoppiano in presenza di bambini o donne incinte.
5) Accesso cani nei locali
Non esiste a livello nazionale una legge che vieta l’ingresso dei cani nei ristoranti, tranne quello di accesso alle cucine e ai depositi, quindi dipende dai singoli gestori stabilire o meno il divieto. L’animale deve essere tenuto legato a fianco del padrone in modo da non ostacolare e creare pericolo per gli altri clienti. Sempre consentito è invece l’accesso ai cani guida per i non vedenti

lunedì 29 marzo 2010

E' il momento delle pulizie di primavera


Il cambio di stagione è uno dei passi critici delle pulizie di primavera: ecco qualche consiglio:

Prima di cominciare, preparate giacche e cappotti per la tintoria e contateli per controllate se avete sacchi a sufficienzaper riporli. Iniziate poi il paziente lavaggio di tutti i capi di lana che sono stati usati anche solo una volta, delle coperte e delle trapunte; queste ultime lavate le voi solo se sono piccole, ma non mettete in lavatrice quelle matrimoniali perché potreste sfondare il cestello: ci penserà la tintoria.


Mentre la tintoria e la lavatrice lavorano, fate la raccolta dei giornali e dei quotidiani, il cui inchiostro è antitarme, e procuratevi il legno di cedro, reperibile in varie forme (trucioli, blocchi, carta per cassetti, attaccapanni), eccellente antitarme anch'esso.

Preparate poi dei sacchettini di stoffa a trama fitta con qualcuno o tutti i seguenti ingredienti:

  • legno di cedro,
  • lavanda essiccata
  • tabacco da pipa,
  • pepe in grani.

Disposti negli armadi. profumano e contribuiscono alla lotta contro i parassiti e gli insetti.


Adesso svuotate l'armadio operando una intelligente ma spietata cernita: molta gente vi sarà grata per il
maglione, la giacca o la camicia che nessuno mette da un paio d'anni e che occupa solo spazio prezioso.

Indossate un paio di guanti leggeri ma resistenti. preparate una soluzione di acqua tiepida e un prodotto detergente non schiumogeno di vostro gradimento scelto fra quelli che sono un po' disinfettanti. Lavate bene l'armadio dentro e fuori, lasciatelo aperto con le finestre spalancate per almeno mezza giornata, poi disponetevi dentro delle ciotoline piene di aceto caldissimo e chiudete con cura. Lasciate agire un'oretta almeno, poi stendete sul fondo di armadi e cassetti fogli di giornale e carta al cedro o blocchetti di legno di cedro.

Procedete ora a sistemare le cose estive, disponendo qua e là buste di borotalco nelle quali praticherete
dei minutissimi forellini. Passate agli indumenti invernali disponendo carta di giornale nei sacchi e usando attaccapanni di cedro sui quali accavallerete fogli di carta di giornale.


Distribuite sacchettini. saponette e borotalco a piacere. Per quanto riguarda imaglioni.disponete fogli di carta di cedro fra un maglione e l'altro e poi i sacchettini eccetera qua e là.
Chiudete con cura.

Sfoderate i divani e i cuscini e lavate il lavabile. Poiché sia le tende sia le fodere dei divani e dei cuscini hanno accumulato più polvere che sporcizia vera e propria, prima di procedere al lavaggio eseguite un risciacquo a freddo con poco detersivoe senza centrifuga; procedete poi con il lavaggio, ma leggero perché il risciacquo a freddo avrà eliminato la polvere.

Le parti di divano non sfoderabili vanno prima accuratamente ripassati con l'aspirapolvere o la spazzola elettrica, poi puliti con i prodotti per pulizip a secco a seconda del tipo di tessuto. Non dimenticate di lavare bene la struttura dei divani.

Almeno una volta l'anno i libri andrebbero tolti e spolverati e le librerie lavate e pulite con cura.

I libri si spolverano con una spazzola morbida: se hanno copertine plastificate passateci sopra uno straccio imbevuto di acqua e limone o aceto e ben strizzato e poi sciacquate con uno straccio imbevuto d'acqua e ben strizzato.

Sele copertine sono di pelle, sporcate uno straccio con un po' di lucido da scarpe di colore neutro e ripassate la copertina, poi lucidate con uno straccio di lana. Ricordate che i libri non amano né l'umidità né il secco eccessivi: se vedete macchie di muffa spostateli,se invece vedete molta polvere mettete vicino, una volta alla settimana, di notte, lo stendibiancheria carico: la biancheria, asciugandosi, rilascerà un po' di umidità, sufficiente a evitare l'eccesso di secchezza.

passiamo a scarpe e borse:

Fate tutto quello che àvete fatto con l'armadio, cernita compresa, escluso ovviamente iltrattamento antitarme, e
in più fissate sulle antine o sotto i ripiani quei deodoranti per ambienti che annulleranno gli odori non sempre gradevoli di questi mobili. Le scarpe vanno riposte ben pulite e avvolte in carta velina o panno. Le borse di pelle vanno pulitecome le scarpe e quelle di plastica vanno lavate con un detersivo leggero, del tipo per lavare la lana o la seta. Le borse vanno poi riempite di carta e riposte in sacchetti di stoffa.

mercoledì 24 febbraio 2010

Come fare la programmazione quotidiana, settimanale e mensile delle pulizie domestiche


Il calendario delle attività:


Ogni sera:

1. Controllare gli zaini dei bambini e verificare che non dimentichino nulla di quanto richiesto dalla scuola. Di solito le scuole forniscono ad inizio anno un calendario settimanale delle attività svolte. Quindi voi già sapete che il mercoledì per esempio, i bambini sono tenuti ad indossare la tuta per le attività sportive. Perchè controllare la sera prima? Per evitare, la mattina successiva, quando l’esigenza di uscire di casa per tempo si fà più pressante, di accorgersi che la tuta non è stirata, piuttosto che di accorgersi che non sono stati acquistati i fogli da disegno richiesti dalla scuola.

2. Preparare la borsa di lavoro con i documenti e gli effetti personali.

3. Preparare i cestini per i componenti della famiglia che non mangiano a casa per il pranzo.

4. Programmare i pasti per il giorno dopo. Avviare alcune attività (es. mettere ammollo i legumi, scongelare la carne, etc.).


Ogni mattina prima di andare al lavoro:

In tutta la casa:

1. Svuotare le ceneriere. L’ideale sarebbe non fumare in casa, anzi non fumare proprio. Se proprio non si riesce a rispettare questa prioritaria regola per salvaguardare la propria salute e quella degli abitanti della casa, è necessario allora svuotare sistematicamente, anche più volte al giorno, le ceneriere per evitare cattivi odori e ristagni.

2. Aprire le finestre per arieggiare gli ambienti.

3. Spazzare.

4. Battere i tappeti: è importante per prevenire le allergie.

5. Rassettare i letti.

6. Svuotare secchi e cestini dell’immondizia. Possibilmente disinfettarli.


In bagno:

1. Pulire sia i sanitari che il pavimento: il bagno è l’ambiente della casa di cui ci si deve prendere cura quotidianamente.

2. Usare prodotti specifici, creme che non graffino, evitare quindi prodotti e spugne troppo abrasive che possano rovinare lo smalto dei sanitari.

3. Limitare l’utilizzo dell’anticalcare ad un giorno a settimana o, se non è proprio possibile, usarlo a giorni alterni.

4. Durante il corso della giornata è possibile rinnovare l’igiene di lavandini e WC passando dell’alcool con un panno in microfibra. Alternative ecologiche ai prodotti chimici specifici sono l’aceto ed il bicarbonato. Il primo è consigliabile come anticalcare. Il secondo è consigliabile anche per pulire spazzole, spazzolini e pettini. Controllare gli asciugamani, cambiarli con la cadenza richiesta dal loro effettivo utilizzo.


In cucina:

1. Svuotare la lavastoviglie e caricarne una nuova con le tazze e le posate utilizzate per la colazione. Per favorire il risparmio energetico, avviare la lavastoviglie solo quando completamente piena.

2. Avviare a raccolta differenziata gli avanzi della cena, le lattine di bibite, le bottiglie di plastica e ogni rifiuto della cucina.

3. Svuotare e disinfettare il secchio della spazzatura.



Una volta ogni settimana:

In tutta la casa:

1. Pulire i vetri delle porte e delle finestre, gli specchi. Si può utilizzare una soluzione di acqua calda e poche gocce di detersivo per stoviglie e poi asciugare con la carta di giornale: veloce ed economico, non lascia aloni.

2. Spolverare utilizzando un panno tradizionale oppure una manopola in microfibra. Utilizzare, se si vuole, uno spray antistatico per lucidare e proteggere il legno.

3. Effettuare un lavaggio generale dei pavimenti in tutta la casa anche se durante la settimana è stato già effettuato. Se si vuole accelerare il tempo di asciugatura del pavimento, nel secchio dell’ultimo risciacquo aggiungere l’alcool che evaporando permette una rapida asciugatura.

4. Smontare i cuscini del divano, spolverare e liberare da piccoli oggetti caduti alla rinfusa dietro i cuscini (es. monetine, accendini,etc).

5. Spolverare i caloriferi con uno scovolino.

6. Raccogliere i caricabatterie (cellulari, consolle, macchinette fotografiche, etc) e riporli in un cassetto.

7. Controllare fatture e bollette da pagare.

8. Pulire e spolverare schermi di Tv e computer con un panno elettrostatico


In Bagno:

1. Passare l’anticalcare sulle piastrelle e nel box doccia.

2. Disinfettare spazzolini, spazzole, tagliaunghie, limette ed ogni altro oggetto che entra in contatto con la pelle e gli annessi cutanei.

3. Cambiare asciugamani ed accappatoi.

In Cucina:

1. Passare l’anticalcare sulle piastrelle e sul lavandino di acciaio.

2. Riordinare le dispense della pasta e dei biscotti.

3. Pulire il frigorifero. Non è necessario acquistare detergenti specifici molto cari: basta acqua calda ed aceto. Tenere nel frigo una ciotolina con bicarbonato: servirà ad assorbire gli odori e sostituire col bicarbonato fresco ogni settimana.

4. Pulire i fornelli con prodotti specifici. Se molto sporchi fateli rimanere in bagno per molte ore in una soluzione di detersivo diluita con acqua calda.

5. Controllare i cestini della frutta e rimuovere frutta ammuffita e foglie secche.


In Camera da letto:

1. Cambiare le lenzuola, verificare le coperte, eseguire lavori di piccolo rammendo.

2. Spazzare sotto i comodini. Spostare mobili leggeri e spazzare.

3. Riordinare il cassetto della biancheria e dividere gli slip, le magliette, le calze.

4. Riordinare gli armadi piegando gli abiti.

5. Liberare sedie e poltrone dagli abiti e riporli nell’armadio.

6. Liberare il pavimento da scarpe e riporre nella scarpiera.




Una volta al mese:

In Tutta la casa:
1. Lucidare le maniglie delle porte e delle finestre. Se sono di ottone, usare un prodotto specifico (in commercio anche nei supermercati) ed un panno morbido che non graffi.
2. Nutrire i mobili di legno, soprattutto quelli di antiquariato, con un prodotto specifico a base di cera d’api ed oli vegetali.
3. Lucidare le cornici e gli altri oggetti d’argento con prodotti specifici.Un’alternativa economica è l’utilizzo della pasta dentifricia o del bicarbonato.Nel Soggiorno/Bagno/Studi

4. Raccogliere le riviste che sono state già lette e avviarle alla raccolta differenziata della carta. Prima di buttarle via controllate che non vi abbiate lasciato dentro foglietti o appunti, nè che non vi siano articoli che devono essere conservati. Una soluzione ideale, per prolungare la vita alle riviste ed ai giornali, sarebbe quella di regalarle all’amica che ha il centro estetico o allo zio dentista: in sostanza a coloro che svolgono attività in cui sia prevista una sala d’attesa con dei clienti.

5. Riordinare Cd e Dvd rimettendoli nelle loro custodie.

6. Raccogliere in un classificatore le ricevute di pagamento di bollette e fatture.

7. Pulire i telecomandi con alcool per rimuovere tracce di unto.

8. Pulire gli infissi, sia di legno che di alluminio.



In Cucina:

1. Riordinare il cassetto della biancheria e dividere le tovaglie, le bavette, i canovacci, i grembiuli, i tovaglioli.

2. Controllare il filtro della lavastoviglie.

3. Usare le tabs anticalcare per lavastoviglie, macchinetta espresso del caffè,sterilizzatrice dei biberon, secondo le indicazioni del produttore.

4. Sgrassare l’ampolla dell’olio.

5. Controllare le dispense e buttare via gli alimenti scaduti.


In camera da letto:

1. Battere i materassi e i cuscini.

2. Cambiare i coprirete.

3. Cambiare le coperte.

4. Pulire a fondo nei cassetti e sui ripiani.